Quali sono le abitudini alimentari nel Sol Levante?
Innanzitutto bisogna sapere che nella cultura giapponese i pasti sono tre, più alcuni spuntini nel corso della giornata composti da bibite e dolcetti. È importante inoltre imparare che attorno a riso, zuppa di miso, verdure ed una qualche pietanza fatta di carne, uova o pesce, ruotano tutti i pasti giapponesi, dalla mattina alla sera. Il pranzo e la cena vengono rispettivamente consumati alle 11 del mattino e alle 6 di sera. Gli orari sono quindi differenti dallo stile occidentale.
Nel 2013 l’UNESCO ha inserito il Washoku , ovvero la tradizione culinaria giapponese, nell’elenco dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. È stato così ufficialmente riconosciuto a livello internazionale il valore di questa affascinantissima cultura gastronomica. La sua storia ha seguito numerose tappe.
La più antica forma di cucina giapponese strutturata è lo Shinsen Ryori, legata ai riti religiosi shintoisti, nei quali si offrivano cibi e bevande agli dei per ringraziarli e venerarli. Su speciali alzate in legno venivano appoggiati pesce, frutti di mare, verdure, frutta, riso, sake, sale, pollame, e tanto altro. Tra il VIII – XII secolo fa la sua comparsa l’arte culinaria dei banchetti aristocratici. I partecipanti mangiavano con cucchiai e bacchette, che furono introdotte proprio in questo periodo. Le pietanze non venivano condite prima, ma ogni commensale le insaporiva secondo il proprio gusto con condimenti quali sale, aceto, sake e hishio, una sorta di miso primitivo.
Tra il XV e il XVI secolo appaiono le preparazioni legate alla cerimonia del tè. I primi influssi occidentali portarono il vino, il pane e il pan di spagna anche in Oriente. La celebre tempura giapponese sembra che sia un’evoluzione delle verdure “pastellate” portoghesi. L’arte culinaria nipponica vede il suo perfezionamento tra il XVII – XIX secolo, epoca Edo, nella quale appaiono i piatti tipici del Paese e tutt’oggi ancora popolarissimi come il kabayaki di anguilla, il nigirizushi, l’unami e a seguire tutte le altre tradizionali ricette del Sol Levante.
La colazione, asa gohan, è un pasto molto importante per i giapponesi e, di norma, si consuma a casa con tutta la famiglia riunita. La colazione tradizionale è ricca e variegata, principalmente salata. Protagonista del pasto è il riso bianco al vapore, immancabile, accompagnato da alghe, uova, pesce e verdure miste. Tra le ricette più famose vi è il tamagoyaki, ovvero la famosa omelette che si prepara con uova, salsa di soia e zucchero, cotta seguendo una tecnica tradizionale particolare e complessa. Anche il pesce è un elemento essenziale e solitamente viene cotto al vapore. Il piatto tipico è, tuttavia, la zuppa di miso, portata amatissima in Giappone, leggera ma gustosa.
Ovviamente non tutti i giapponesi osservano quanto dettato dalla tradizione. a colazione di rito è divenuta quasi un lusso.
Il secondo pasto del giorno è il pranzo, o Hiru gohan. In genere in Giappone è consuetudine fare un pranzo frugale, . Spesso nelle lunch box i giapponesi mettono una porzione di riso condita con pesce o carne, verdure e della frutta. Tra i piatti principali troviamo il sake (salmone), il Hijiki, una piccola frittatina d’uovo, il daikon e la tempura. Un pranzo che permetta di arrivare all’ora di cena con la giusta energia, anche se, per merenda, c’è sempre chi si concede un piccolo spuntino a base di okashi, ovvero snack confezionati.
La cena invece, o ban gohan, è il pasto più importante della giornata in quanto le famiglie si riuniscono a tavola. Molto varia e ricca, la cena prevede solitamente al centro della tavola un piatto principale caldo, spesso servito in un grande pentolone, che sia di pesce o di carne, come ad esempio il nikujaga, una zuppa di carne e patate, il curry rice, il donburi o altro, accompagnato da svariate portate di “contorno” più piccole servite in ciotoline. In tavola non mancherà ovviamente il sempreverde riso in bianco al vapore.
Anche la presentazione del piatto è un elemento importantissimo, tanto quanto l’equilibrio dei sapori che ritroviamo nella ricetta. Il riso bianco è poi l’elemento immancabile nella cucina nipponica e viene consumato circa tre volte al giorno. Il riso giapponese è profumato e ha un luogo diverso a seconda del luogo di produzione e della sua freschezza nella raccolta.
Per quanto riguarda la tradizione culinaria nipponica è bene sfatare alcuni miti: in Giappone non si mangia sushi tutti i giorni. Pur essendo il piatto più famoso in Occidente, la cucina giapponese è composta principalmente da verdura, pollo, pesce cotto, tofu e tanto altro. Il sushi è prodotto con pesce freschissimo e, per questa motivazione è molto caro, per cui i giapponesi mangiano sushi poche volte al mese e spesso in occasioni importanti.
Un piatto molto amato è la tempura, ovvero pesce fritto. Nella regione del Kanto, intorno a Tokyo, la tempura viene consumata con una salsa, mentre vicino a Kyoto e Osaka, è immersa nel sale aromatizzato. Osaka, la seconda città più grande del Giappone, è famosa anche per l’okonomiyaki, un delizioso impasto a base di carne, calamari o verdura, guarnito da una salsa dolce. Nell’isola dell’ Hokkaidō, invece, vengono consumati diverse varianti di Ramen, e anche la grigliata di agnello chiamata ‘jingisukan’.
A questi piatti aggiungiamo i Gyoza, l’Okonomiyaki, ovvero una sorta di frittata con ingredienti a piacere, il Tonkotsu, costoletta di maiale impanata e fritta servita con del riso, e ultimo, ma non per importanza, l’Unagi, anguilla grigliata e glassata in salsa dolce.
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