Quali sono le bevande che ti vengono in mente quando si parla di cucina giapponese? La cultura del Sol Levante ha un’offerta davvero variegata e le bevande alcoliche sono accompagnate da veri e propri rituali. Scopriamole insieme!
Detto anche nihonshu, è la bevanda alcolica emblematica del Giappone, ricavata dalla fermentazione di riso, acqua e koji. Dal gusto corposo e dalle note acide, il sake accompagna moltissimi cibi giapponesi e possiede un tasso alcolico che titola tra i 14 e i 17 gradi: poco più del vino consueto. Per creare un sake con una fragranza piacevole, buon gusto e aspetto chiaro, è necessario utilizzare riso raffinato. Le sakagura sono lecantine di sake, ovvero i luoghi di produzione di questa celebre bevanda. A seconda della categoria e del tipo, il sake giapponese può essere gustato caldo o a temperatura ambiente e, rispetto al contesto nel quale viene consumato, vengono usati svariati tipi di bicchieri da sake, diversi nella forma e nel materiale. Il sakazuki, per esempio, è una coppa molto ampia, la scelta preferita durante le cerimonie. Il masu, invece, è diventato popolare in seguito come bicchiere per sake durante i festival, tipo l’hanami e altri eventi all’aperto. Durante occasioni meno formali viene usato il guinomi oppure l’ochoko, la “classica” coppa da sake in ceramica che tutti, o quasi, conoscono.
Di stampo occidentale, la birra è la bevanda alcolica più amata dai giapponesi e possiede un ruolo rilevante nella cultura della Nazione, essendo associata alla pausa dalla vita frenetica e dal lavoro, alle relazioni sociali e ai punti di incontro e festività. Il mercato della birra nipponico conta sia birrifici affermati che piccoli produttori in tutto l’arcipelago. Nel 1870, a Yokohama, fu fondata la Spring Valley Brewery, società privata poi diventata Kirin Brewery Company, uno dei pilastri del mercato giapponese della birra. A seguire vi furono: la Sapporo Breweries nel 1876, l’Asahi Breweries di Osaka 1880 e l’Orion di Okinawa, 1957. Questi sono i più grandi produttori di oggi del Paese. Sembra che la lager, dal colore dorato e il retrogusto leggermente amaro, sia la variante più utilizzata poiché risulta essere facile da gustare ed è ideale per diversi contesti sociali. La birra ha poi dato ampio spazio anche alla “happoshu“, una bevanda simile alla birra a base di soia, dalla quale differisce per la quantità di malto.
L’umeshu è un liquore a base di ume, una varietà giapponese di prugna verde che si utilizza ancora acerba. Questa bevanda è molto amata per le sue note dolci e fruttate, con una punta leggermente acidula: un sapore che si sposa perfettamente con il dessert o da gustare come digestivo. A differenza del sake, l’umeshu non ha un disciplinare ed è per questo che non vi è una precisa ricetta. Si può preparare con la base di sake o con lo shōchū, oppure si può anche decidere di invecchiarlo. Ogni parte del Giappone ha una propria tradizione legata a questa bevanda. L’umeshu di qualità eccellente, avrà non solo un lavoro accurato di spicciolatura delle prugne, ma sarà privo di aromi e tutto il gusto deriverà esclusivamente dalle prugne.
Famoso come il “whisky giapponese”, si tratta di un distillato di riso, orzo e patata dolce, molto simile al gin o al whisky, per l’appunto, con una gradazione alcolica compresa tra i 20 e i 40 gradi. Il shochu viene impiegato spesso come base per altri liquori o diluito con bevande per creare drink dai gusti sempre differenti, ideale infatti per i cocktail. Può essere bevuto secco o con cubetti di ghiaccio. Vi sono due tipi di shōchū in base alla loro distillazione: distillazione singola o honkaku, di qualità migliore, e distillazione multipla o kōrui.
Il whisky prodotto in Giappone è considerato tra i migliori a livello mondiale. Il metodo produttivo di questo distillato si ispira alla tradizione scozzese, anche se il gusto risulta meno torbato e più vellutato. I Giapponesi infatti impiegano il legno di quercia che viene utilizzato per le botti di invecchiamento. L’usanza del Paese è quella di gustarlo miscelato con l’acqua o la soda come accompagnamento ai pasti.
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