La cucina giapponese è tanto complessa e ricercata quanto il paese stesso. A stupire da subito sono le materie prime e il loro utilizzo e non parliamo solo dei tagli di carne o di pesce, delle salse o degli spaghetti ma anche di ingredienti che erroneamente si potrebbero immaginare uguali a quelli europei. Stiamo parlando della verdura e della frutta, che in Giappone hanno una forma e un sapore decisamente originale e diverso rispetto a quanto siamo abituati.
La maggior parte della frutta coltivata in Giappone è di altissima qualità, ma i prezzi sono spesso altissimi.
Questo non ferma i giapponesi nel consumarla quotidianamente anche se in piccole quantità. Infatti il popolo nipponico è molto goloso di frutta.
I prezzi sono talmente alti che un regalo comune molto apprezzato in Giappone consiste in un bel cestino di frutta confezionato con cura oppure in un unico frutto “di lusso” come un grande pompelmo avvolto in un fiocco o un costosissimo cocomero dalla forma rettangolare.
Questo tipo di regali è parte di una tradizione fatta di reciproche cortesie (come già accennato nei nostri precedenti articoli) e gesti di apprezzamento, insiti nella società giapponese ed essenziali per costruire relazioni.
Raramente qualcuno si presenta a casa di un amico a mani vuote, non tanto per una questione di educazione quanto per una vera e propria etichetta sociale.
Parliamo ora della frutta locale giapponese più particolare.
Quasi tutti i frutti giapponesi sono coltivati e venduti in versione “normale” (da consumare nella vita quotidiana) e deluxe (da riservare a eventi speciali o da regalare). Alcuni dei frutti di cui vi parleremo sono originari del Giappone, mentre altri sono stati importati molti decenni fa in terra nipponica, ma sono diventati parte integrante della cultura locale.
Questi frutti rotondi non sono particolarmente diversi da quelli europei se non per la polpa leggermente più soda.
Generalmente vengono serviti crudi dopo essere stati sbucciati e tagliati a fette, ma possono anche venire essiccati.
La loro stagione è l’autunno e l’inverno ed, essendo presenti in moltissimi giardini e parchi di quartiere, in molti ne hanno abbondanti scorte.
Le pesche giapponesi sono coltivate con cura e attenzioni per far si che crescano con forme regolari e di dimensioni più grandi di una pesca normale.
La polpa è di colore bianco pallido ed estremamente succosa, zuccherina e ricca di acqua.
Questo è uno dei frutti tipicamente coltivati in versione super lusso e una pesca gigante confezionata con incarti preziosi può costare fino a 30€.
Questi frutti sono decisamente più grandi e rotondi delle nostre pere. Il sapore è zuccherino e molto acquoso, spesso vengono consumate quando la polpa è ancora molto soda perché poi tendono a diventare acide. Vengono solitamente regalate o mangiate per le festività invernali.
Il suo nome significa “profumo del primo amore” ed è probabilmente la fragola più costosa al mondo (fino a 10 euro per una sola unità).
Sembra e ha il sapore di una fragola normale di grandi dimensioni, anche se esteriormente e interiormente è bianca. Il sapore è simile a quello delle fragole occidentali ma meno aromatico. Molto simili ma di dimensioni minori ci sono le fragole Pineberries, sempre bianche ma con un sentore di ananas.
L’uva giapponese non differisce molto dalla cugina occidentale, ma qui vengono preferite varietà grandi, dolcissime e dagli acini rotondeggianti e regolari. Al gusto l’uva è soda e polposa, la buccia spessa viene rimossa prima di essere servita.
Una delle varietà giapponesi più popolari è l’uva Kyoho, particolarmente grande e dal colore viola scuro.