Un po’ di storia
L’anguilla è presente nella cucina giapponese da circa 1.300 anni.
Il primo documento che ne parla in quanto “cibo” è un fudoki (cioè una raccolta di resoconti). A quel tempo le anguille, tagliate in piccoli pezzi o intere, venivano grigliate e immerse in pasta di soia o aceto. Oggi il modo di tagliare e cucinare l’anguilla è cambiato: per esempio le lische vengono rimosse prima della cottura.
A metà del Settecento, alcuni ristoranti hanno iniziato a servire anguille alla griglia, o kabayaki, cioè preparazioni con un sapore più vicino a quello che conosciamo oggi.
Intorno all’Ottocento si diffuse la prassi di servire l’anguilla kabayaki su una ciotola di riso, e così nacque l’unadon (da unagi, “anguilla”, e donburi, “ciotola”). Uno dei primi, se non proprio il primo donburi, è stato inventato da un uomo di nome Okubo Imasuke, e divenne presto di successo nel quartiere di Edo dove sorgevano i teatri kabuki Nakamura-za e Ichimura-za: l’unadon era infatti considerato un ottimo pasto da consumare a teatro.
Il primo ristorante specializzato in questo piatto è nato poco prima del 1841 e si chiamava Ounoya. Divenne immensamente popolare dopo la grande carestia del 1844, quando riuscì a raggiungere un pubblico molto ampio.
La versione elegante dell’unadon, servita in una scatola laccata è normalmente chiamata unajuu.
Curiosità sull’Unadon
Unagi è un tipo di anguilla che vive nelle acque dolci del Giappone, da non confondere con l’anago, l’anguilla di acqua salata, altrettanto apprezzata ma meno pregiata.
Il modo più comune di mangiare l’unagi è su un letto di riso bianco in un piatto che si chiama unadon.
Come si prepara un’ottima Unadon
L’anguilla viene cotta alla griglia su degli spiedini per toglierle il grasso, spennellata con una salsa di soia dolce e servita insieme a del semplice riso.
Il piatto è ricco di proteine ed è un classico dell’estate giapponese in quanto si dice che mangiare unagi aiuti a resistere al caldo. In particolare, la tradizione è che si mangi unagi nel giorno del bue (Doyo no Ushi no Hi) che cade intorno alla fine di luglio.
Dovete sapere inoltre che non è possibile allevare l’unagi in cattività quindi gli allevatori catturano i giovani esemplari nel loro ambiente naturale per poi crescerli e la richiesta sempre maggiore ha fatto sì che la specie sia diventata sempre più rara e più costosa.